Francesca Comencini fa il bis in libreria
In 14 Ottobre 2013 da redazioneFrancesca Comencini ci riprova mandando da oggi in libreria, per la Fandango, il suo secondo romanzo dal titolo “Amori che non sanno stare al mondo“.
Nata a Roma, dove vive, ha scritto e diretto numerosi film e documentari tra i quali Pianoforte, Le parole di mio padre, Ritratto di Elsa Morante, Carlo Giuliani, ragazzo, Mi piace lavorare – Mobbing, A casa nostra, Lo spazio bianco e Un giorno speciale.
Il romanzo Famiglie (Fandango 2011) è stato il suo primo romanzo.
In “Amori che non sanno stare al mondo” i protagonisti sono Claudia e Flavio.
Si sono amati, a lungo, morbosamente, con la clemenza del tempo che cambia e che passa. Poi tutto è finito, e per lei è stato come mettere qualcuno alla porta nella speranza che si riaprisse di colpo. A cinquant’anni quello che vedono è un mondo alla deriva, come un’isola.
Lui ha dentro la furia che dà l’assoluzione, perché vuole andare avanti, tornare a terra; lei è un pozzo profondo nel quale annegare, perché salvarsi vorrebbe dire dimenticare e il ricordo non deve sparire. Il tempo che si concedono non è lo stesso, e forse non solo quello.
Flavio incontra Giorgia, basta un attimo tra loro e la pioggia d’estate fa il resto. Lei, con l’energia e la freschezza dei trent’anni, il corpo acerbo di chi non vuole crescere, gli ha indicato la terraferma, e lui, appesantito dalla vita, si è abbandonato alle sue velleità.
Claudia e Nina si conoscevano già, ma all’università, divise dal ruolo, dall’età, dall’idea che il rispetto non si sarebbe mai trasformato in amore. Eppure Nina è bellissima, una giovane Chloë Sevigny seducente e meravigliosa, e ora l’abbraccio che tende è famelico, e ha una potenza a cui nessuna donna può sottrarsi.
“Amori che non sanno stare al mondo“o è il ritratto di due generazioni, il punto che ricuce il dolore, una storia potente che parla di noi. Francesca Comencini racconta con una scrittura lieve, che si posa sulle cose senza affondare il colpo mai, l’intraducibile equazione dei rapporti che viviamo, e infila le mani nelle pieghe infinite dei suoi personaggi che, sospesi o in movimento, cercano l’amore, lo inseguono e a volte, per paura, lo respingono.
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