Dopo 50 anni ritorna Harper Lee
In 14 Luglio 2015 da redazioneLeggiamo dal Giornale della Libreria online, a firma di E. Refraschini:
“È ufficiale.
Oggi è il Lee-Day.
Una delle uscite più anticipate dell’anno sarà finalmente sugli scaffali delle librerie di mezzo mondo: stiamo parlando di Go Set A Watchman, attesissimo ritorno di Harper Lee, 55 anni dopo Il buio oltre la siepe.
Le misure di sicurezza adottate nei giorni scorsi sono quelle riservate a un’uscita di altissimo profilo, e il libro rientra pienamente in questo ristretto gruppo, se è vero che è stato il più preordinato nella storia di Amazon, escluso Harry Potter e i doni della morte nel 2007. In effetti, ritiri direttamente da parte del manager della libreria al deposito merci dell’aeroporto (come hanno promesso di fare alla Powell’s, in Oregon), così come magazzini sorvegliati con telecamere a circuito chiuso, fanno pensare a un inaspettato nuovo capitolo della serie del maghetto, piuttosto che a un libro scritto più di 50 anni fa ambientato nel Sud segregazionista degli Stati Uniti.
In effetti, non si può proprio definire il nuovo libro di Harper Lee.
Si tratta invece di un manoscritto ritrovato tra le carte dell’autrice, che ora vive in una casa di riposo.
Fu questo il suo primo tentativo di scrivere un romanzo: lo spedì all’editore Lippincott nel 1957 e, su consiglio dell’editor Tay Hohoff, limò il lavoro modificando in modo sostanziale punto di vista, voce, dinamiche e personaggi.
Si può dire, quindi, che Go Set A Watchman sia una specie di prototipo di quello che poi sarà To Kill A Mockingbird, pietra miliare della letteratura americana e Premio Pulitzer nel 1961.
Questo nuovo-vecchio libro, il cui titolo riprende un passo del libro di Isaia nella Bibbia, ci presenta una Jean Louise Finch (così preferisce farsi chiamare ora, anche se per noi sarà sempre Scout) ormai adulta, in viaggio per andare a trovare il vecchio padre.
Il padre Atticus è tra le sorprese più grandi: colui che aveva difeso un nero ingiustamente accusato di omicidio, immortalato negli anni Sessanta da un impeccabile Gregory Peck, è ora un razzista che non crede che i neri siano abbastanza «evoluti» da poter condividere i diritti e i doveri legati alla piena cittadinanza.
Affranta, Jean Louise dovrà ora trovare in sé la propria bussola morale.”
Per chi è interessato alla lettura dell’intero articolo:
http://www.giornaledellalibreria.it/VIS/Pubbliche/VIS_News_NEWSLETTER.aspx?NWLID=1244&IDUNI=jkaiqktwmmdcdodzynoskqpv7470&MDId=7341&Skeda=MODIF304-2131-2015.7.13
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