Charlie Hebdo, Armani: inconcepibile la violenza in nome della fede
In 19 Gennaio 2015 da redazione
(Ansa) – Roma, 19 gen – “Non e’ tollerabile la violenza neppure in nome della religione e non e’ accettabile la povertà e la sua strumentalizzazione in tante aree del mondo”: Giorgio Armani, dopo la sfilata di Emporio Armani, parlando con i giornalisti, ha dedicato un pensiero alle vittime di Parigi.
Ha iniziato dicendo: “Ieri sera ho visto lo speciale di RaiUno sull’olocausto, e sono rimasto scioccato.
Sono cose che conosciamo ma rivederle e’ sempre una sensazione molto forte.
Di cose pesanti nel mondo ne sono successe tantissime e oggi e’ come se avessimo paura a parlarne, ma dobbiamo farlo.
Tra pochi giorni – ha ricordato Armani – saro’ a Parigi per la mia sfilata di alta moda, Parigi e’ una citta’ che e’ stata ferita profondamente dalla violenza che anche ai nostri giorni si scatena, nonostante tante tragedie del recente passato dovrebbero aver insegnato agli uomini la convivenza civile, religiosa, politica”.
Lo stilista ha sottolineato: “Io rispetto la religione islamica come tutte le altre religioni, ma per me non e’ concepibile che da una fede religiosa possa nascere l’intolleranza e la violenza. io faccio parte di questo mondo, ho come tutti reazioni molto umane, mi verrebbe voglia di reagire, di fare qualcosa.
C’e’ tanta gente che e’ povera da migliaia di anni e non ha niente da perdere, e c’e’ chi strumentalizza la miseria e perfino l’infanzia, usandole in questi conflitti.
E’ terrificante, ma purtroppo ci si puo’ aspettare tanta confusione e tanta violenza quando c’e’ tanta poverta’ nel mondo, e anche di questo – ha concluso – urgentemente il mondo si deve occupare”.
Lo Speciale TG1 richiamato da Armani è quello andato in onda domenica 18 gennaio in tarda serata realizzato da Roberto Olla, autore del libro “La ragazza che sognava il cioccolato” (La Compagnia del Libro editore) dedicato a Ida Marcheria, disponibile in tutte le librerie, un libro da non perdere per conoscere gli avvenimenti che hanno segnato il secolo scorso e tramandare la memoria, a monito futuro in questi tempi in cui il passato sembra voler ritornare favorito dall’affievolimento delle coscienze.
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