Il Portogallo difende le librerie indipendenti

Con un nuovo decreto il Consiglio dei Ministri portoghese ha stabilito e rinnovato le misure atte a regolare il mercato librario, rafforzando la legge sul prezzo fisso dei libri in vigore nel Paese dal 1996.
Il nuovo decreto – che entrerà in vigore a ottobre 2015 – non modifica nella sua struttura il regime di prezzo fisso del libro, ma lo aggiorna in base alla legislazione vigente per librai ed editori, anche alla luce delle norme comunitarie.
Per quanto riguarda i librai  nel determinare il prezzo di vendita di un libro non si potranno praticare sconti superiori al 10% (in Italia siamo al 15%) in particolare su tutte le opere pubblicate da meno di 18 mesi.
Sono inoltre proibite tutte quelle campagne o forme mascherate di sconto tipo l’acquisto di due libri con in regalo il terzo.
Il decreto introduce inoltre la distinzione tra «fiere del libro» e «mercati del libro» riconoscendo il carattere culturale delle prime, esentandole dall’applicare le norme restrittive previste per le librerie.
Viene inoltre estesa a ebook e audiolibri il riconoscimento della definizione di “libro”.
Con questo provvedimento il legislatore portoghese intende difendere le piccole e medie imprese di librai e distributori e disciplinare le grandi concentrazioni, fornendo strumenti atti a contrastare quelle strategie tendenti a eludere le leggi sulla concorrenza.
Del resto il decreto del governo portoghese non fa che adeguare la sua legislazione al resto d’Europa (Francia e Germania in testa), in un quadro normativo che tende a tutelare il settore del libro da pratiche scorrette che mettono in pericolo la libera concorrenza attraverso la creazione di grandi monopoli.
Auspichiamo che l’esempio europeo serva da stimolo anche per la politica italiana in un quadro che ci vede ancora una volta distratti, se non assenti, nel far rispettare e imporre quelle poche regole che – sole – possono far sopravvivere e prosperare la pluralità culturale del nostro Paese

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