Giampaolo Pansa torna in libreria con un nuovo saggio sulla resistenza
In 31 Gennaio 2014 da redazioneGiampaolo Pansa ritorna in libreria il 12 febbraio prossimo con un nuovo libro dal significativo titolo “Bella Ciao. Controstoria della resistenza” edito da Rizzoli.
Il 25 aprile chi va in piazza a cantare “Bella ciao” è convinto che tutti i partigiani abbiano combattuto per la libertà dell’Italia.
È un’immagine suggestiva della Resistenza, ma che secondo Pansa non corrisponde alla verità storica.
I comunisti, secondo lo scrittore, si battevano e morivano per un obiettivo inaccettabile da chi lottava per la democrazia.
La guerra contro tedeschi e fascisti era soltanto il primo tempo di una rivoluzione destinata a fondare una dittatura popolare, agli ordini dell’Unione Sovietica. Giampaolo Pansa racconta come i capi delle Garibaldi abbiano tentato di realizzare questo disegno autoritario e in che modo si siano comportati nei confronti di chi non voleva sottomettersi alla loro egemonia.
Quando si sparava, dire di no ai comunisti richiedeva molto coraggio.
Più della metà delle formazioni rispondeva soltanto a comandanti e commissari politici rossi.
“Bella ciao” ricostruisce il cammino delle bande guidate da Luigi Longo e da Pietro Secchia sin dall’agosto 1943, con la partenza dal confino di Ventotene. Poi le prime azioni terroristiche dei Gap, l’omicidio di capi partigiani ostili al Pci, il cinismo nel provocare le rappresaglie nemiche, ritenute il passaggio obbligato per allargare l’incendio della guerra civile.
La controstoria di Pansa svela il lato oscuro della Resistenza e la spietatezza di uno scontro tutto interno al fronte antifascista.
E riporta alla luce vicende, personaggi e delitti sempre ignorati.
Pagina dopo pagina, prendono vita i protagonisti di un dramma gonfio di veleno ideologico. A cominciare dagli “spagnoli”, i reduci delle Brigate internazionali nella guerra di Spagna, presenti in tutte le bande garibaldine, inchiodati a un comunismo primitivo e brutale.
Pansa ce li presenta anche nei loro errori di rivoluzionari senza onore, pronti a uccidere chi li contrastava.
E nel metterli a confronto con i partigiani che si battevano per un’Italia libera da qualsiasi dittatura rievoca una pagina di storia che la sinistra ha finto di non vedere.
C’è da scommettere che anche stavolta Giampaolo Pansa, che con questo libro ha fatto un altro importante passo nel suo percorso di narratore revisionista, farà molto discutere e parlare di un momento della nostra storia recente che non riusciamo ancora a guardare con distacco e animo scevro dalle passioni ideologiche.
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